Aggiornamento Indice Istat Settembre 2011

Indice istat invariato ma l'inflazione tocca un nuovo massimo relativo.
A cura della Redazione.
Aggiornamento Indice Istat Settembre 2011
Venerdi 14 Ottobre 2011

Nel mese di settembre l’indice nazionale ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, utilizzato per le rivalutazioni monetarie di affitti e assegni di mantenimento, è rimasto invariato a 103,2 punti.

Va registrato tuttavia che, nonostante l'indice non sia cresciuto rispetto a quello di agosto, la variazione rispetto allo stesso mese dell'anno precedente è pari al 3%, dato questo che conferma la tendenza al rialzo dell' inflazione.

Un valore più alto lo troviamo ad esempio nel 2008, anno in cui l'inflazione rimase per alcuni mesi (da marzo a ottobre) superiore al 3%, con punte del 4%

Tolto però questo particolare breve periodo, per trovare tassi di inflazione così elevati come quello attuale si deve risalire addirittura ai primi mesi del 2001 ed alla fine del 1996. (v. serie storiche).

Tabella riepilogativa:

Indice generale 103,2
Variazione percentuale rispetto al mese precedente +0,0
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell'anno precedente +3,0
Variazione percentuale rispetto allo stesso mese
di due anni precedenti

+4,6

Prossimo comunicato ISTAT: 16 novembre 2011.

Come di consueto abbiamo aggiornato le tabelle dei nostri servizi di calcolo:

NOTE:

Per adeguare periodicamente i valori monetari dei canoni di locazione e degli assegni dovuti al coniuge separato, si utilizza l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi.

Il FOI si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente operaio o impiegato. Tale indice è pubblicato mensilmente sulla Gazzetta Ufficiale ai sensi dell'art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392.

Nei primi mesi dell'anno l'Istat ha rivisto la metodologia di calcolo dei coefficienti di rivalutazione (v. articolo pubblicato).

Tra le modifiche apportate ricordiamo ad esempio che il calcolo dei coefficienti di rivalutazione secca viene effettuato con tre cifre decimali mentre le variazioni percentuali rispetto ai periodi precedenti continuano ad essere espresse con una cifra decimale.

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